Premio Letterario Nazionale “Città di Forlì”
5ª Edizione - 2007

Forlì - Stazione ferroviaria.
Elaborazione da una cartolina del 1932.
Finalisti

Premio Sandra Mazzini per la poesia inedita

Finalisti:

  • Laura Bossi di Casorate Primo (PV) con la poesia “Valigie”
    • Motivazione:
      Riflessi di vita vissuta scorrono docili fra le righe di questa autrice, attenta ai versi e alla parole. È  una poesia intimista la sua, fatta di immagini originali, mai scontate. Non ci sono dubbi e nemmeno rimpianti in questa vita che a volte scorre corrucciata tra valigie pesanti, ma comunque importanti, perché piene di sé.


  • Carmen De Mola di Polignano (BA) con la poesia “Ha la tua voce”
    • Motivazione:
      Riflessi di vita vissuta scorrono docili fra le righe di questa autrice, attenta ai versi e alla parole. È  una poesia intimista la sua, fatta di immagini originali, mai scontate. Non ci sono dubbi e nemmeno rimpianti in questa vita che a volte scorre corrucciata tra valigie pesanti, ma comunque importanti, perché piene di sé.


  • Matteo Pazzi di Voghiera (FE) con la poesia “Cattura”
    • Motivazione:
      Nei testi di Matteo Pazzi si è riscontrata una grande forza immaginifica la quale apre nuovi orizzonti di una poetica in evoluzione che sa miscelarsi abilmente con un ritmo e una metrica ben concisa e incisiva. Inoltre è apprezzabile la versificazione alquanto originale e piena di significato di un intimo che cerca di esprimere il proprio substrato di malinconia attraverso una ricerca di stile e di spessore.


  • Giuseppe Vetromile di Madonna dell'Arco (NA) con la poesia “S’azzera ogni barlume”
    • Motivazione:
      Sotto questo cielo “circondati da dio e dalle sue cose/stare come si può in mezzo a questo ‘spaziotempo’ – sarà inutile andare e venire sempre in tondo/in più non troveremo che ombre e ipotesi/sperando che ci sia abbastanza tempo/per capire il volo delle rondini/o la danza delle api”.
      I Grandi del Quattrocento figurativo Italiano hanno riempito i musei del mondo con ritratti magistrali dove le risultanze della prospettica, ancora oggi sanno inseguire, con lo sguardo, anche il più sprovveduto dei visitatori/spettatori. Così è la poesia Alta, di forte ispirazione e con vari gradi di lettura, la quale anche se anagrammata nel corpo del testo, rimane fruibile, leggera e di impatto logico-emotivo ineludibile. Tra le righe si intuiscono stratificazioni concettuali e conoscitive via via rese in una sintesi che passa agevolmente tra il dire assertivo e il dialogico, con istantanee affabulanti, senza meno Semplici e Profonde, attraversate da messaggi universalmente comprensibili.


  • Umberto Vicaretti di Luco dei Marsi (AQ) con la poesia “Meglio non ricordare”
    • Motivazione:
      L’autore, nella poesia “Meglio non ricordare”, ci parla di un addio e lo fa senza mai cadere nella retorica  o nella commiserazione. È un addio lacerante, descritto con dignità attraverso parole scagliate quasi con durezza che non lasciano spazio alle lacrime per il dolore di questo distacco definitivo. Verso la fine si lascia andare ad un principio di ricordi, ma ne esce subito quasi fosse una pena  su cui non  può permettere di soffermarsi altrimenti sarebbe impossibile reagire. Il testo scorre con fluidità descrivendo l’abbandono con frasi brevi, una punteggiatura ben calibrata che dà respiro a chi legge, quasi un senso di leggerezza  malgrado l’argomento che tratta, e questo è un risultato che pochi poeti riescono a raggiungere.


Premio Sara e Ilaria Crosta per la traduzione di poesia

Finalisti:

  • Fabrizio Massini di Lastra a Signa (FI) – traduzione dal cinese di Bai Juyi e Li Qingzhao
    • Motivazione:
      Non è stato facile per la giuria affrontare la traduzione da una lingua sconosciuta ai più ma ha comunque deciso di premiare il lavoro presentato con una menzione speciale, perché ognuno di noi ha ravveduto nei componimenti tradotti quella leggerezza, quella levità che la poesia cinese emana. Ci è parso di cogliere fra i versi il fruscio di sete, la leggerezza dei passi, la sericità dei lunghi capelli delle dame: in una parola, ci è sembrato che il traduttore abbia pienamente colto fino in fondo la specificità della poesia scelta.


  • Fabio Monticelli di Milano e Sara Elena Rossetti di Bresso (MI) – traduzione dall’inglese di Christina Georgina Rossetti
    • Motivazione:
      L’apparente semplicità e immediatezza del testo della Rossetti, giocato invece su sottili disattese di ordine metrico e sintattico, viene restitutito alla traduzione in modo sempre interessatne e mai banale. La scelta di abbandonare lo schema delle rime viene ottimamente recuperato soprattutto attraverso scelte lessicali originali, un tono appropriato e una compatteza escorrevolezza più che buone.


  • Lorenzo Papete di Bologna – traduzione dal portoghese di António Franco Alexandre
    • Motivazione:
      Entrambe le traduzioni presentate da Lorenzo Papete del poeta lusitano António Franco Alexandre ha favorevolmente colpito la giuria per il personale lavoro traduttologico che rivela non solo un’accurata analisi del testo in lingua, ma anche e soprattutto, una coraggiosa e attenta scelta terminologica e sintattica, regalandoci un elegante testo senza superare l’indiscutibile soggettività, senza tecnicismi, e senza venir meno alla resa del discorso estetico.


  • Erio Sughi di Forlì (FC) – traduzione dal tedesco di Erlse Lasker Schüle
    • Motivazione:
      L'asprezza del tono e delle immagini delle poesie della poetessa Lasker-Schüler sono interpretate con grande intensità espressiva dal traduttore. Spontaneità, libertà di manifestazione artistica vengono rese come immediato riflesso delle emozioni e della particolarissima condizione umana dell’autrice. Il ritmo sostenuto del verso e la musicalità contribuiscono a dare rapidità alla successione veloce delle immagini catturate nei versi.  Il senso di estraneità dell'uomo rispetto al mondo, il rifiuto della società costituita e gli orrori della guerra, porta ad una riflessione sulla solitudine umana tipica anche dei nostri giorni.

      Motivazione Menzione Speciale – Traduzione nº34


  • Anna Vanzan di Venezia – traduzione dall’afgano di Mahbubeth Ebrahimi
    • Motivazione:
      Un riconoscimento speciale alla traduzione della poetessa afghana Mahbubeth Ebrahimi, che ci permette di conoscere la delicata e allo stesso tempo incisiva voce femminile di un mondo carico di sofferenza, in cui la poesia, quasi preghiera, appare come antidoto alla morte fisica e dell’anima.


Premio Over Cover Scriba per la prefazione a un libro di poesie

Finalisti:

  • Marina Caracciolo di Torino, per la prefazione a “Dove il sole brucia le vigne” di Gianni Rescigno - Genesi Editrice
    • Motivazione:
      Bella e “ispirata” la sua prosa, evocatrice dei sentimenti del poeta, quasi poetica essa stessa. La profondità dell’analisi si coniuga con immagini e metafore efficaci in un linguaggio prezioso e insieme fluido. Un discorso denso di intuizioni e rimandi letterari che sottendono un sampio bagaglio culturale. Profonda la riflessione critica, pregna e densa di significati.


  • Marco I. De Santis di Molfetta (BA), per la prefazione a “Autoantologia” di Renato Greco - Edizioni del Sud
    • Motivazione:
      La minuziosa descrizione dei ritmi poetici e lo studio preciso autore/poetica portano il lettore a seguire il sentiero suggerito invogliandolo a conoscere la poesia dell’autore.


  • Sandro Montalto di Occhieppo Inferiore (BI), per la prefazione a “Una condizione ablativa” di Marina Giovannelli - Edizioni Joker
    • Motivazione:
      La prefazione affronta con acuta sensibilitò i temi centrali della pratica scrittoria femminile che strutturano la poesia di Marina Giovannellli. Attraversando l’intero percorso letterario dell’autrice Sandro Montalto compie un’operazione difficile e perciò entusiamante: tentare di non separare forma e contenuto, stile ed esperienza, riflessione e urgenza a restituire così intatto il pensiero di una poetessa che ha raggiunto una profonda consapevolezza della condizione femminile accogliendola nella sua totalità.


  • Stefano Valentini di Padova, per la prefazione a “Airone nella conchiglia” di Alessandro Romano - Valentina Editrice
    • Motivazione:
      La perizia di Stefano Valentini nell’analizzare tematiche e scrittura del poeta, che non tralascia, con agile penna, di farci conoscere ascendenze culturali e forme metriche di riferimento, in una prefazione chiara e interessante, colta e scorrevole, spesso intrigante, porta il lettore ad un naturale percorso verso la lettura dei testi poetici, esaudendo in tal modo quello che è il fine precipuo di una prefazione.


  • Paolo Vannini di Sesto Fiorentino (FI), per la prefazione a “Imperdonate” di Liliana Ugolini - Morgana Edizioni
    • Motivazione:
      Paolo Vannini, con la sua prefazione “Al di là del perdono” ci invita ad avvicinare con maraviglia le donne (Eva, la Donna di Don Giovanni, Medea, Anna Karenina, Sheredaze) a cui è dedicato il testo poetico-teatrale “Imperdonate” di Liliana Ugolini. Maraviglia, non perdono (cosa poi avremmo da perdonare loro?, si chiede), piuttosto comprensione e simpatia, dove con “simpatia” sottende la capacità di provare insieme emozioni. Nella simpatia, aggiunge, siamo con, insieme, accanto all’altro pur potendo provare emozioni diverse per la stessa esperienza: si è vicini pur restando due distinte individualità. Straordinario è il percorso storico e filosofico attraverso il quale Vannini ci conduce a riappropriarci del perdono (oggi così banalizzato) in rapporto al suo opposto: la vendetta. Dalla vendetta infinita (Lamech ad un male finito risponde con un male infinito), all’occhio per occhio dente per dente (sorto dall’esigenza di praticare una vendetta proporzionale all’offesa), al perdono assoluto di Cristo. Cristo infatti sostituisce alla vendetta limitata il perdono illimitato. Ma il nostro filosofo vuole altro, vuole esplorare oltre il perdono, ci sollecita a cercare con lui “un terzo principio”; un principio “capace di andare al di là della vendetta e del perdono”, in quanto il perdono presuppone pur sempre un giudizio, una colpa, una condanna. Prerogative che spettano a Dio non agli uomini. Agli uomini il compito di “sentire”, di stare ancorati alla realtà, di creare un rapporto con gli altri che dissolva i preconcetti. Potrebbe trovarsi “il terzo principio” nella pratica dell’ascolto dell’altro, nel desiderio autentico di comprendere “chi è l’altro”, nel condividerne le emozioni “con simpatia”? A ciascun lettore affida il bisogno della scoperta.


Premio Foschi Editore per il romanzo inedito

Finalisti:

  • Renato Cappelli di Meldola (FC), per il romanzo “I dispersi della casa del leccio”
    • Motivazione:
      Punto di forza del romanzo è l’autenticità della narrazione nel raccontare l’odissea di un romagnolo disperso in Russia durante la seconda guerra mondiale. La coerenza stilistica, arricchita da un’esposizione vivace e appassionata resa attraverso un intreccio avvincente e il susseguirsi di immagini vivide e realistiche, muovono nel lettore la curiosità verso l’epilogo della vicenda di Agostino che, riassumendo in sé quella di tanti uomini della sua generazione, potrebbe rivelarsi utile strumento didattico per la divulgazione tra i più giovani di uno spaccato della nostra storia.


  • Nicola Di Camillo di Forlì (FC), per il romanzo “Pablo Neruda”
    • Motivazione:
      La storia di un killer e quella di uno scrittore si intrecciano coi mojito di Pepe tra Lisbona e il Sud America in un romanzo originale, dallo stile elegante e con una struttura narrativa coinvolgente.
      Dialoghi serrati ma insieme essenziali si alternano ai sapori, agli odori e ai colori in un insieme ben riuscito, proprio come l’Inno alla Luna Piena che festosamente lo conclude.


  • Marinella Galletti di Cento (FE), per il romanzo “Gli stormi nel cielo”
    • Motivazione:
      L’introspezione ben scritta sull’oggi senza ideologie di un giovane uomo rassegnato e senza speranze reali. Un percorso di droga narrato con realismo e in una prosa concisa. Il lavoro è coerente e approfondita l’indagine sulla droga. Buona la costruzione, verosimile nello svolgimento e nell’analisi dei fatti e dei moventi psicologici. Lo stile è moderno e aggressivo, la scrittura elegante.


  • Giancarla Pinaffo di Torino, per il romanzo “Il giorno speciale”
    • Motivazione:
      “Il giorno speciale”, nonostante per la sua brevità possa essere ascritto al genere del “racconto lungo”, piuttosto che del romanzo, mostra comunque la capacità di delineare, nella sintesi, un profilo sfaccettato. Prosa di sapore gaddiano in certi passaggi, il testo disegna il ritratto di una giovane donna dell’alta borghesia torinese, che all’indomani della guerra si trova ad inaugurare un’epoca nuova: non subita, ma scelta. Il delinearsi tutto interiore del cambiamentio percorre nell’arco di decenni la stoia individuale e familiare della protagonista; lo fa con stile asciutto ma efficace, capace di evocare immagini e situazioni grazie ai flash back sul conflitto, la Repubblica Sociale, la creazione dell’azienda di cui Liliana è erede, indietro fino all’epoca giolittiana. In questa cornice sono sapide e coerenti le pennellate sui rapporti di Liliana con gli altri membri della famiglia: dai genitori al marito, ai figli, a quella Madame residuo di un’”Era” che la protagonista vuole contribuire a chiudere.  L’evoluzione di Liliana, che è prima di tutto evoluzione culturale, incarna in qualche modo quella dell’intero paese dopo la dittatura e la devastazione della guerra: e il senso di freschezza e di libertà, il nuovo e gioioso “sentire”, la realtà personale attorno a sé, coincide con la speranza fiduciosadi una “vita nuova” da parte dell’Italia. Anche Liliana così può lasciarsi alle spalle i vincoli, anzi le pastoie, di quei suoi anni coincisi e vissuti  dentro la dittatura e, riappropriandosi della cameretta di adolescente, può darsi una nuova possibilità: una nuova vita.


  • Niva Ragazzi di Lomazzo (CO), per il romanzo “Francesca di sera”
    • Motivazione:
      Più che di un romanzo si tratta di un racconto, ma ci è sembrato giusto prenderlo in considerazione, assegnandogli il premio speciale, per la qualità della scrittura. La struttura narrativa e lo stile sono originali, interessante la polifonia con cui è costruito: ogni paragrafo racconta il punto di vista di un personaggio su una ragazza di nome Francesca, e queste testimonianze diventano tasselli per ricostruirne il vissuto: solo in ultima battuta la voce di Francesca.